COVID-19 e e terza dose di vaccino

Articolo disponibile anche su ZeroTalk Italia++

Pochi giorni dopo la scrittura del mio ultimo articolo Bar-On et al. hanno pubblicato un interessante studio condotto in Israele dimostrando che la terza somministrazione del vaccino Pfizer è in grado di fornire un aumento della protezione pari a circa 5 volte rispetto alle 2 dosi standard (non ho avuto tempo quindi di leggere questo scritto dato che avevo “congelato” la letteratura in mio possesso a poco tempo prima della sua pubblicazione in preprint in modo da poter raccogliere le idee e scrivere con calma). Lo studio usa una casistica enorme di più di un milione di soggetti dato che il lavoro ha preso in esame quasi tutti i soggetti rivaccinati nel paese e, dimostra come il precedente parere dell’OMS e di vari esperti sull’argomento non sia attendibile. Lo studio evidenzia per quanto riguarda la variante Indiana che la terza dose del vaccino progettato sull’originale virus di Wuhan è ancora in grado di proteggere la popolazione dal rischio di morte e di ospedalizzazione, ma non dimostra che è in grado di proteggere anche dal contagio in quanto anche stavolta i criteri per classificare i soggetti come “malati” sono in prima battuta CLINICI ed in seconda battuta laboratoristici (tamponi). Da questi dati, seppure siano “buone notizie”, sta comunque emergendo come il virus, lentamente, stia imparando a resistere ai vaccini attualmente disponibili e sia già in grado di infettare le persone che sono state vaccinate per prima e che quindi tendono a presentare ridotto titolo anticorpale (oltre a ridotta affinità degli anticorpi per la proteina spike dovuta alla variabilità antigenica). Questi dati mostrano quindi che la lotta alla pandemia è una corsa contro il tempo, probabilmente per “vincere” negli anni dovremo creare una macchina organizzativa, di ricerca ed industriale in grado di sviluppare vaccini velocemente contro le nuove varianti e somministrarli in modo rapido (esistono già varianti poco diffuse resistenti ai vaccini in modo completo come la Sudafricana, Baillie et al. 2021) includendo non solo il mondo “sviluppato” ma anche i paesi in via di sviluppo e gli animali (sia domestici sia selvatici). A tal fine valgono le considerazioni etiche già discusse a riguardo nell’articolo precedente (si conferma che serve un deciso cambio di rotta nella gestione delle licenze di produzione e nella collaborazione pubblico-privato, Weitzman et al. 2021). Se non faremo così è probabile che nel giro di poco avremo periodicamente a che fare con nuove ondate di casi.

Proprio in queste ore sto ultimando l’ultimo lavoro che ho in cantiere da mesi sulla COVID-19, e se riesco conto di procedere alla pubblicazione di questi dati già nella giornata di oggi…stay tuned! 🙂

BIBLIOGRAFIA:

Articolo terza dose:

Bar-On et al. 2021. BNT162b2 vaccine booster dose protection: a nationwide study from Israel

Altri articoli citati:

Baillie et al. 2021. Efficacy of the ChAdOx1 nCoV-19 vaccine against the B.1.351 variant

Weitzman et al. 2021. SARS CoV 2 mRNA vaccine attitudes as expressed in US FDA public commentary: need for a public-private partnership in a learning immunization system

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